“Risparmio in bolletta” sta diventando una frase molto citata: a questo proposito, Luca Re per QualEnergia.it commenta lo studio americano circa i vantaggi di una transizione al Full Electric
La casa “tutta elettrica” batte quella che utilizza apparecchi a gas, su tutti i fronti: è più economica da costruire, consuma meno energia, emette meno CO2 in atmosfera.
Realizzare una nuova abitazione senza gas quindi è una scelta conveniente sia per il portafoglio sia per il clima.
Sono le considerazioni che emergono da un nuovo studio del Rocky Mountain Institute (RMI) americano, centrato sulla realtà Usa, ma molto interessante anche per il contesto europeo.
Nel documento, intitolato The Economics of Electrifying Buildings (link in basso), gli autori hanno confrontato i costi per realizzare una nuova casa indipendente mono-familiare all-electric con i costi per realizzare una abitazione analoga ma dotata di gas.
Il paragone è stato fatto in nove città americane, situate in aree con caratteristiche climatiche molto differenti tra loro: Austin, Texas, Boston, Columbus, Ohio, Denver, Eugene, Oregon, Las Vegas, Minneapolis, New York, Seattle.
La casa tutta elettrica, nel raffronto, utilizza un impianto in pompa di calore per riscaldamento invernale, raffrescamento estivo e produzione di acqua calda; per cucinare si usa un piano cottura a induzione. Anche forno e asciugatrice sono alimentati con la corrente elettrica.
Invece la casa “mista” utilizza il gas per il riscaldamento e la produzione di acqua calda; fornelli e forno sono a gas, mentre per la climatizzazione estiva ci sono dei condizionatori elettrici.
Dai risultati, riassunti nelle tabelle seguenti, si nota che in tutte le città considerate, la casa “con gas” ha un costo iniziale di investimento più elevato, soprattutto a causa delle spese extra per collegare impianti e apparecchi alla rete del gas.
In media, la soluzione interamente elettrica ha un costo iniziale più basso del 5% rispetto alla controparte elettrica-gas.
Guardando alle bollette, la casa tutta elettrica in media consente di risparmiare il 15% sui costi annuali complessivi per le forniture energetiche, nel paragone con la casa che invece fa ampio utilizzo del gas. I risparmi, a vantaggio della soluzione all-electric, sono presenti, in diverse percentuali, in tutte le nove città esaminate.
Ciò per due motivi: la maggiore efficienza delle pompe di calore (2-4 volte più efficienti rispetto alle caldaie a gas) e i rincari del gas nel corso del 2022.
Il mercato delle pompe di calore residenziali poi è destinato a crescere nettamente nei prossimi anni, evidenziano gli autori. Una spinta arriverà dal maxi piano di Biden (Inflation Reduction Act) che mette in campo 369 miliardi di $ complessivi per le energie pulite e offre diverse incentivi per chi investe nelle tecnologie green.
In particolare, dal 1° gennaio 2023, sono previsti crediti di imposta federali per installare pompe di calore negli edifici e per riqualifciare dal punto di viosta energetico le abitazioni. Alla fine del 2020, negli Stati Uniti erano circa 18 milioni le case dotate di pompe di calore; con i nuovi incentivi, si stima che si installeranno almeno 7 milioni di apparecchi nei prossimi anni.
Il tax credit per le pompe di calore è pari al 30% del costo totale di installazione, fino a un massimo di 2.000 dollari.
È anche possibile, per determinate fasce di reddito, ottenere un incentivo statale, sotto forma di sconto, fino a 8.000 $ per acquistare una pompa di calore elettrica per il riscaldamento-raffrescamento delle abitazioni.
Più in generale, secondo un recente rapporto della Iea (International energy agency), le vendite mondiali di pompe di calore sono aumentate di quasi il 15% nel 2021, il doppio della media degli ultimi dieci anni, trainate dalla Ue con un incremento del 35% circa.
E nel 2022, le vendite sono destinate a raggiungere livelli record in risposta alla crisi energetica globale, soprattutto in Europa: alcuni Paesi hanno già visto raddoppiare il mercato nella prima metà del 2022, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Così le vendite annuali di pompe di calore a livello Ue potrebbero salire a 7 milioni entro il 2030, rispetto ai 2 milioni del 2021. Secondo le stime di Wood Mackenzie in Europa ci saranno 45 milioni di pompe di calore nel settore residenziale al 2030.
- By: Luca Annovazzi
- 0 comment