Da QualEnergia.it un articolo sul nuovo paradigma energetico europeo
Grazie principalmente alla competitività di eolico e fotovoltaico, l’Europa può azzerare le sue emissioni entro il 2050 senza costi aggiuntivi rispetto a quelli del sistema energetico pre-pandemia (e dunque ben inferiori a quelli attuali).
Inoltre, con una spesa del 9% superiore, il traguardo può essere raggiunto già nel 2040, tagliando così del 17% le emissioni totali del periodo.
Queste le conclusioni principali di un nuovo studio della Lappeenranta University of Technology (LUT), università finlandese famosa per le sue ricerche sulla transizione energetica, intitolato “Reflecting the energy transition from a European perspective and in the global context (link in basso).
Il contesto in cui la ricerca si inserisce è quello del target del Green Deal, che punta a zero emissioni di CO2 entro il 2050.
Nel nuovo lavoro, i ricercatori finlandesi fanno prima una comparazione della letteratura scientifica esistente su come portare l’Europa al 100% di rinnovabili, poi illustrano diversi nuovi scenari, basati su parametri aggiornati e con risoluzione oraria che considera tutte le esigenze energetiche.
Come anticipato, mentre si mantiene per confronto uno scenario più timido di riferimento, simile al business as usual, emergono due strade verso il 100% rinnovabili: una, a costi neutri, permette di raggiungere le emissioni zero al 2050, l’altra, con costi energetici più elevati del 9%, porta allo stesso obiettivo 10 anni prima e con emissioni totali di CO2 inferiori del 17%.
In entrambi gli scenari il fotovoltaico è protagonista, con quote sulla generazione totale del 61-63% entro il 2050, mentre altri componenti centrali del sistema energetico sono eolico, batterie, elettrolizzatori e cattura diretta di CO2 dall’aria.
La caratteristica fondamentale del futuro energetico europeo, spiegano i ricercatori, può essere meglio descritta da un’economia power-to-X, che può evolvere su scala globale in un’economia solar-to-X. Si ipotizza, in altre parole, di veicolare l’elettricità da fonti rinnovabili, e da fotovoltaico in particolare, per allargarne gli usi finali grazie alla produzione di idrogeno verde e di suoi derivati, come l’ammoniaca.
Nei due scenari della LUT, infatti, il vettore energetico più importante è l’elettricità da rinnovabili e l’idrogeno è il secondo, usato principalmente per la produzione di carburanti sintetici (e-fuel) per aviazione-navigazione e di prodotti chimici.
Il passaggio alle rinnovabili, si spiega, non è solo una questione di sostituzione degli idrocarburi, ma rappresenta anche un cambiamento significativo nell’efficienza delle risorse. Critica, da questo punto di vista, sarà appunto l’elettrificazione complessiva nei vari settori, soprattutto per quel che riguarda calore e trasporti.
Il risultato è che, in entrambi gli scenari, si prevede una calo della domanda finale di energia, nonostante una crescita costante dei servizi energetici, che si riflette nell’aumento della domanda di elettricità e calore, nonché della domanda di servizi per il trasporto di passeggeri e merci.
- By: Luca Annovazzi
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